Suoni che curano

Anticamente la parola “dieta” esprimeva il tenore di vita in un senso molto ampio che toccava tutti gli aspetti dell’essere, non era riferita soltanto al cibo come nel tempo attuale. In questo articolo vorrei riferirla ad un altro tipo di nutrimento e cioè alle impressioni che riceviamo in ogni momento, in modo particolare quelle sonore e musicali.

IL SUONO NUTRE
La letteratura medica che riguarda le situazioni in cui il soggetto viene privato dal contatto con l’esterno sin dalla nascita, descrive esempi significativi sull’importanza di questo nutrimento, sia per quanto concerne il benessere sia per uno sviluppo equilibrato.

Paragonando queste privazioni con il concetto di nutrimento, si nota che proprio le impressioni sono il cibo essenziale per la nostra esistenza e moltissimi esempi confermano la loro valenza terapeutica.

Del resto da sempre i medici che esercitano ancora l’arte medica vera, consigliano di “cambiare aria“, prendersi una vacanza, stare in contatto con la natura, vedere cose belle ed ascoltare buona musica.

È importante porre attenzione al tenore di vita complessivo delle persone per esplorare la relazione che esiste tra l’essere umano e le vibrazioni sonore e musicali in modo da contribuire al benessere dell’uomo e dell’ambiente.

IL SUONO E IL SILENZIO

Osservando la vita quotidiana, ci rendiamo conto di come siamo costantemente avvolti in un mondo di vibrazioni sonore e possiamo anche valutare se e quanto siamo consapevoli di questo universo sonoro.

Osserviamo alcune situazioni in cui la musica accompagna la nostra vita.
Per esempio, tutti i momenti d’attesa: ristorante, aeroporto, luoghi pubblici in generale, quando siamo al telefono ecc. il momento dell’attesa deve essere riempito, oppure bisogna trovare una distrazione, in ogni caso il silenzio diventa inutile e anche insopportabile.

In generale in queste situazioni si può soltanto subire e non sempre il fatto è gradevole per tutti, anzi, a volte è controproducente perché la musica che viene proposta è una mescolanza di brani e suoni, prodotta spesso da strumenti di scarsa qualità che possono risultare addirittura dannosi.

Un’altra situazione è invece quella dove la musica viene scelta attivamente e ascoltata individualmente attraverso le cuffie. In questo caso vediamo come la musica, che è sostanzialmente una manifestazione di comunione e di relazione, si trasforma in uno strumento di isolamento.

Oppure osserviamo come i suoni a cui siamo sottoposti nella vita in città e che ci accompagnano costantemente, possono arrivare ad essere considerati quasi uno sfondo “silenzioso”.

ASCOLTO
Come possiamo essere in una relazione più sensibile e consapevole con i suoni affinché possano apportare benessere?

Innanzi tutto una educazione al suono che porti alla consapevolezza individuale è il passo fondamentale.

Se non sviluppiamo una raffinatezza nell’ascolto e nel contatto con noi stessi tale da renderci permeabili e sensibili alle vibrazioni e ai loro effetti, non capiremo perché ad esempio la musica di Mozart, soprattutto nelle sue frequenze acute, fa bene alla circolazione del sangue.

È chiaro che esistono musiche che sono state scritte per momenti e scopi diversi e le antiche tradizioni musicali conoscevano bene come comporle e suonarle. Importante è cercare di creare le condizioni per un ascolto che possa permettere a tutto il nostro essere di entrare in relazione con la musica.

Si rende quindi necessario ampliare il campo del nostro ascolto ed essere mossi da una curiosità e da un’apertura che ci permettano di ricevere i suoni con meno pregiudizi, pronti a lasciarci pervadere dalle vibrazioni, così come la buona disposizione e l’allegria possono farci gustare meglio il cibo.

L’ascolto non è solo una funzione dell’udito ma coinvolge tutto l’essere. Infatti come il suono è costituito da vibrazioni, anche il mondo e l’uomo sono formati da materia che si presenta a diversi gradi di densità e di vibrazione.

Tutte le discipline che permettono di calmare la facoltà emissiva del cervello e predisporlo ad una calma ricettiva, sono strumenti che possono migliorare la nostra capacità di entrare in risonanza con la musica.

In una dieta sonora si può essere non solo ascoltatori ma anche produttori di suoni come per esempio nel canto.

Nel campo della musicoterapia si trovano varie tecniche e strumenti che aiutano a sviluppare l’ascolto creativo e quindi la consapevolezza. Permettendo all’essere umano di integrare tutte le sue parti nella comprensione del suo ruolo nel mondo, attraverso l’ampliamento dell’immagine di sé.

Maura Luperto