Grazie alle persone che incontro con la mia attività, sto notando sempre più spesso che c’è una forte tendenza a vivere in modalità sopravvivenza.
In pratica è come se le persone vivessero in perenne stato di allerta, lo stesso che si attiva in un animale nella foresta quando incontra il suo predatore: il sistema nervoso centrale mobilita un gran flusso di energia per preparare il corpo all’attacco o alla fuga.
A differenza degli animali però, noi esseri umani siamo in grado di attivare questa reazione anche solo con il pensiero, che può non necessariamente essere legato a qualche evento presente, ma può essere un ricordo del passato oppure un’anticipazione del futuro.
La nostra mente non è in grado di distinguere tra ciò che è reale e ciò che è immaginario, tra ciò che proiettato verso il futuro o il passato, pertanto, indipendentemente dal fatto che l’evento sia effettivamente accaduto oppure sia solo un pensiero, il nostro corpo attiva tutto il processo chimico necessario per tentare di sopravvivere. Questo porta l’uomo a vivere in situazioni di stress a lungo termine.
Effettivamente non è una gran bella fortuna avere questa dote. Infatti, ogni qualvolta attiviamo questa modalità, facciamo perdere lo stato di equilibrio al nostro corpo creando una condizione di “stress”.
Questa parola è davvero molto usata al giorno d’oggi, a volte anche in modo scorretto. Di fatto è la reazione normale del nostro corpo a uno stato di squilibrio che si viene appunto a creare in reazione all’ambiente esterno (che sia l’attacco di un predatore o una litigata con il nostro capo, non fa differenza!). È uno stato necessario per recuperare l’equilibrio originario.
Il problema nasce proprio quando questo modo di vivere è mantenuto per lunghi periodi, non permettendo al proprio corpo di ristabilire l’omeostasi. La modalità di squilibrio diventa la normalità ed ecco che emergono malattie cardiovascolari, ipertensione, il sistema immunitario s’indebolisce, fino ad arrivare a malattie ben più gravi.
Inoltre questa sovrapproduzione di ormoni crea le emozioni della rabbia, della paura, dell’invidia e dell’odio, passando anche ansia, frustrazione, insicurezza, depressione.
E quindi che fare? Semplice, cambiare i nostri pensieri.
Come alcuni dei nostri pensieri, infatti, sono in grado di attivare tutta una serie di reazioni che portano il nostro corpo alla modalità stress, altri invece possono portare a mantenere l’equilibrio. Uscendo dagli schemi emotivi oramai prestabiliti nella nostra mente, esaminando i nostri pensieri con consapevolezza, siamo in grado di creare la vita che desideriamo.
Dobbiamo nuovamente entrare nella modalità introspettiva dimenticandoci dell’ambiente esterno per conoscerci nuovamente come persona nuova per creare poi la realtà che più ci piace.
Michelle