Dopo anni di Rumours è finalmente ufficiale la lavorazione dell’attesissimo sequel di “Dirty Dancing – Balli proibiti”. La notizia più clamorosa è che Jennifer Grey (l’attrice che interpretò la nostra Baby), dopo esser tornata sulle scene in due episodi di “Grey’s Anatomy”, sarà presente sia nel cast, sia come produttrice esecutiva.
È giusto di una decina di giorni fa l’ultimo passaggio di questo film Cult nel palinsesto televisivo. E, come ogni volta, i social di tutte le over trenta sono stati invasi da citazioni, video, foto e commenti.
Ma cosa ha reso davvero questo film così amato?
“Era l’estate del 1963, tutti mi chiamavano ancora Baby e a me non dispiaceva affatto. Questo era prima che uccidessero Kennedy, prima dei Beatles, quando credevo nell’impegno civile e soprattutto quando non avrei mai pensato che al mondo potesse esistere un altro uomo oltre a mio padre”
Abbiamo ancora nelle orecchie “Be my Baby “ delle Ronettes e “Big Girls don’t cry” e ci ritroviamo catapultate nell’America degli anni ’60.
Ecco lei: Baby. Una ragazza di famiglia benestante. Studiosa, impegnata, il vanto dei genitori. La sorella invece è il suo esatto opposto, bella e vanitosa. Con i genitori si recano in vacanza in un villaggio turistico tra le montagne, “da Kellerman’s”.
Qui Baby incontra Johnny Castle. Dannatamente bello. Ballerino molto bravo che si guadagna da vivere lavorando nella struttura e in altri locali con l’amica Penny.
Per caso Baby si ritrova nella zona dei dipendenti e aiuta il cugino di Johnny a portare un cocomero:
“ E Lei che ci fa quì?”
“ Ho portato un cocomero. Che cosa stupida ho detto… Ho portato un cocomero!”
Alzi la mano chi non si è mai ritrovato a far una brutta figura di fronte alla persona che le piace.
Noi, ragazzine, lì con gli occhi già innamorati di questo meraviglioso maestro di danza e del suo modo di fare un po’ rude.
Penny rimane incinta e non può andare a fare uno spettacolo importantissimo per onorare il loro contratto di lavoro. A quel punto sarà Baby a prenderne il posto e a dover imparare a ballare in tre giorni.
Johnny si dimostra da subito un insegnante molto “dotato” e sulle note di “Hungry eyes” ci ritroviamo a imparare il Mambo con loro. Vediamo i cambiamenti di lei nel vestirsi, dalle sneakers ai tacchi, il truccarsi di nascosto, la voglia di ribellione. Frasi Cult per ogni ragazza nata dagli anni ’70 in poi.
Scene impresse in ognuna di noi. L’allenamento per il salto al lago (e il nostro cercare di rifarlo al mare o in piscina), la spallina che cade e lui che fa il gesto di mettergliela a posto e poi leva la mano,“ma alla fine il salto non l’ho fatto!”, e infine il sesso.
Era il 1987, c’erano sì i vari film con la Fenech, Montagnani ecc. ma, noi ragazzini, il massimo che avevamo visto era stato nei cartoni animati di “Lady Oscar” (la nostra prima eroina) e “Georgie” o “Ufficiale e Gentiluomo” e “Top Gun”.
“Dirty Dancing” era diverso, era il nostro punto di vista. Erano le nostre prime cotte, i primi passi verso i sentimenti e la sensualità. Era l’ammettere di provare qualcosa e mettersi in gioco.
Stampato nelle nostre teste il dialogo:
“Ma se ho paura di tutto. Di tutto. Io ho paura di quello che sono, di quello che vedo, di quello che faccio, e… e… e soprattutto ho paura che se me ne andrò da questa stanza non riuscirò mai più a provare quello che provo adesso. Adesso che sono qui con te”
“Cry to me” in sottofondo, lui che le leva la maglietta e la infila nel jeans. E ogni volta che riproponevano questa canzone nel mitico programma di quegli anni “Non è la Rai”, tutti ripensavamo a quella scena.
Johnny viene accusato di un furto, Baby lo difende nonostante le conseguenze. Sa che perderà la stima del padre ed il suo onore. Perché lei sì, vuole davvero cambiare il mondo. E noi con lei.
“She’s like the wind” il loro addio. Ogni volta è un colpo al cuore. Siamo lì, di fronte a quella macchina con il finestrino spaccato, con questo abbraccio che è un addio tra lacrime e risate.
Ed infine LA scena finale, quella che chiunque di noi sogna ancora, quella che ti fa venire la pelle d’oca sempre, anche se la guardi 20 volte di fila:
“Nessuno può mettere Baby in un angolo!”
Questo determina il nostro amore infinito per questo film. Perché diciamocelo… ci ha fatto sognare, ci fa sempre commuovere, ci mette i brividi, ci fa ballare e cantare e ci fa credere che si possa davvero cambiare la società in cui viviamo, che uomini così perfetti esistano. Ed è questo che ci ha fregato tutte. Ma che ce lo fa riguardare ogni santa volta che lo ripropongono in televisione. Perché, almeno nei film, la storia d’amore perfetta esiste. O almeno così voglio credere.
Anna Bigarello