I delitti di Manfreda di Roberto Mistretta

Ἕρως καὶ θάνατος, amore e morte, binomio indissolubile il cui fascino affonda le proprie radici nella notte dei tempi e che ha rappresentato le basi della narrazione, dalla mitologia greca in poi.

Se ci pensiamo, tutto ruota attorno all’amore e alla paura della morte, o all’anelito dell’uomo verso l’eternità, ovvero a ciò che facciamo nella speranza di non essere dimenticati quando non ci saremo più.

Ma facciamo un passo avanti e aggiungiamo un altro termine: giallo.

Amore, morte e giallo: a cosa vi fa pensare?

Vi dico a cosa penso io: alla passione, alla lussuria, alla vendetta e alla gelosia, a tutte quelle pulsioni impossibili da controllare che, se trovano la condizione giusta, possono sfociare nel delitto.

Roberto Mistretta ci porta nella sua Mussomeli, la Manfreda in cui sono ambientati i cinque racconti che compongono questa raccolta, e ci presenta Franco Campo, giornalista che di passione vive e che ne capisce sia di morte che di amore: di morte perché si occupa di cronaca nera sul quotidiano locale La voce provinciale, di amore perché è un poco fimminaro, e infatti lo conosciamo mentre si trova in piacevoli faccende affaccendato (L’aromatario di Girafi) e, più avanti, lo ritroviamo a rincorrere un paio di gambe abbronzate (Il manoscritto di Quasimodo).

Queste cinque storie, oltre a essere per il lettore dei piacevoli rebus da risolvere insieme a questo detective non professionista, che non si limita a scrivere i suoi articoli ma cerca le pieghe dell’anima, zone d’ombre, rancori, sono uno spaccato di vita, Storia e cultura che solo la penna esperta di uno scrittore innamorato della propria terra poteva trasferire su carta. Ci troviamo tutto: il paesaggio assolato dell’entroterra siciliano, con la sua alternanza di distese aride e pietrose e di valli verdi e coltivate – il Platani fluiva placido tra canneti sonnolenti-; il retaggio culturale di una certa aristocrazia arroccata su un concetto di dignità e pudore difficile da comprendere ai giorni nostri; l’omaggio a un grande conterraneo, Salvatore Quasimodo e quello all’idolo di ogni giallista, Agatha Christie; la tensione, che è elemento imprescindibile di ogni giallo che si rispetti, modulata dall’ironia tipica dei siciliani.

Ad amalgamare il tutto, la maestria di un autore che conosce e sa scrivere gialli.

In attesa di leggere delle nuove avventure di Franco Campo, potete trovarlo qui.

Claudia Cocuzza