Azione contro la Fame in Siria e Turchia in aiuto dei sopravvissuti

Un terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter ha colpito lunedì 6 febbraio, nelle prime ore del mattino, la Turchia sudorientale e la Siria settentrionale. Alcune ore dopo, un altro terremoto di magnitudo 7,5 ha colpito la Turchia centrale. L’organizzazione umanitaria Azione contro la Fame ha subito mobilitato la sua squadra di emergenza per rispondere ai primi bisogni della popolazione dopo il terremoto.

Non si ferma la conta delle persone decedute nel sisma. Mentre scriviamo, si parla di oltre 24mila morti.

In Turchia, come riporta l’agenzia turca Anadolou, un neonato di due mesi è stato estratto vivo dopo 128 ore sotto le macerie nella provincia di Hatay.

Azione contro la Fame ha già mobilitato le sue squadre di emergenza per valutare e rispondere ai bisogni iniziali delle vittime del terremoto in Siria e Turchia. Da una prima valutazione nelle aree colpite è emersa come prioritaria la necessità di fornire kit per dormire (materassi e coperte), stufe, carburante e kit per l’igiene. Ugualmente individuati come prioritari il ripristino dei sistemi igienico-sanitari, il sostegno psicologico alle vittime e la fornitura di denaro alle famiglie colpite.

LA RISPOSTA IN SIRIA

Le squadre di Azione contro la Fame ad Aleppo stanno conducendo una rapida valutazione dei bisogni, insieme ad altre agenzie, per identificare le priorità a cui fornire risposta. I rifugi temporanei identificati sono stati valutati insieme alla Mezzaluna Rossa Araba Siriana e le liste dei medicinali necessari sono state ricevute dalla Direzione sanitaria di Aleppo. Data l’esperienza di Azione contro la Fame nel ripristino dei sistemi idrici e igienico-sanitari nella zona, sono state valutate anche le esigenze idriche. C’è urgente bisogno di servizi di trasporto dell’acqua perchè la fornitura idrica ai quartieri colpiti è stata interrotta per non ostacolare le operazioni di soccorso”, spiega il direttore della missione di Azione contro la Fame in Siria, Dariusz Zietek.

Il capo della missione siriana ha spiegato che è necessaria una risposta umanitaria “su larga scala” per sostenere una popolazione estremamente vulnerabile che, dopo oltre un decennio di conflitti, sta vivendo una grave crisi economica e un clima di forte instabilità interna, ed era fortemente dipendente dagli aiuti umanitari per i bisogni essenziali, ancor prima del grave terremoto che l’ha colpita.

“Per aiutare le persone a far fronte alle conseguenze di questa emergenza, è necessario fornire acqua, cibo e alloggi salvavita. Organizzazioni come Azione contro la Fame, già presenti nelle aree colpite, sono nella posizione migliore per fornire questa assistenza grazie alla loro esperienza sul campo e alla loro capacità di rispondere rapidamente”, afferma Zietek.

LA RISPOSTA IN TURCHIA

In queste ore di frenetica ricerca dei sopravvissuti ai terremoti, c’è anche preoccupazione per le condizioni dei superstiti, che non possono tornare alle loro case, e che in migliaia dormono nei veicoli, e per la salute mentale delle famiglie delle vittime, dei soccorritori e degli operatori umanitari che stanno assistendo a questa catastrofe.

“La situazione è ancora insicura, c’è molta incertezza. La stragrande maggioranza delle persone dorme in auto, perché molte case hanno grosse crepe e finché gli edifici non saranno ispezionati, non è sicuro rientrare. Nella nostra casa non c’erano gas, elettricità e acqua potabile, ma oltre al soccorso di vario tipo, che è assolutamente necessario, servirebbe supporto psicologico. Anche per i soccorritori e gli operatori umanitari sarà difficile prestare aiuto, in assenza di supporto psicologico. Ci sono persone molto scosse da quello che è successo”, dice Daniel Martín, un operatore di Azione contro la Fame, direttore dell’organizzazione in Colombia, che si trovava a Gaziantep per motivi personali con la sua famiglia durante le scosse.

“Eravamo appena arrivati quella sera. Stavamo dormendo e ovviamente ci siamo alzati di corsa per prendere i bambini e metterci sotto il telaio di una porta. Il terremoto è durato circa un minuto, ma sembrava che non dovesse finire mai. La casa ondeggiava come una vela. Naturalmente non potevamo correre perché nevicava e dovevamo rivestire i bambini, prendere delle coperte… Siamo usciti e ci siamo riparati in una capanna di legno vicino alla casa, in modo che i bambini non si bagnassero. Al mattino, quando siamo riusciti a tornare a casa per prendere alcune cose per partire, si è verificato il secondo terremoto. Tutto sommato, siamo stati fortunati”, dice l’operatore di Azione contro la Fame.

PER SOSTENERE LA RISPOSTA DI AZIONE CONTRO LA FAME ALL’EMERGENZA TERREMOTO:

credits foto Azione contro la Fame