Torna l’ora legale: fa bene, fa male o fa niente?

Domenica 27 marzo ritorna l’ora legale, ovvero le lancette si spostano avanti di un’ora.

Adottata in Italia nel 1966, aveva già un precedente durante la prima guerra mondiale; infatti la misura, attualmente in uso in circa 70 Paesi del mondo, era stata introdotta per consentire il risparmio energetico.

Nel corso degli ultimi anni più volte l’Europarlamento ha discusso dell’eventualità di abolirla, rendendo i Paesi membri liberi di scegliere autonomamente se continuare a mantenerla. È evidente che i Paesi che stanno più a Nord o, viceversa, più a Sud hanno posizioni diverse sulla questione, dettate dalla propria latitudine e, di conseguenza, dalla convenienza o meno di effettuare il doppio passaggio.

A parte il fatto che il suddetto parlamento europeo in questo momento ha affari più impegnativi di cui occuparsi, oggi noi non parleremo di questo ma valuteremo l’effetto che il passaggio dall’ora solare a quella legale (e ritorno) ha sulla salute.

Quindi, domenica 27 alle due le lancette vanno portate sulle tre, perciò dormiremo un’ora di meno. Questo è un dato di fatto e comporta una serie di conseguenze.

La più immediata e facilmente prevedibile è che per qualche giorno ci porteremo dietro un piccolo “debito di sonno” dovuto al fatto che l’orologio interno al nostro organismo deve riadattarsi.

La melatonina, l’ormone che favorisce l’addormentamento, viene sintetizzata quando è buio e, con l’ora legale, il sole tramonta più tardi; ciò confonde l’organismo. Alcune persone impiegano anche due o tre settimane per ritrovare il giusto equilibrio sonno-veglia, ad altre basta un solo giorno; in questo periodo di riadattamento il sonno risulta frammentato e disturbato.

Da qui la seconda conseguenza: calo della concentrazione, minore rendimento scolastico o professionale, aumento di incidenti, su strada o a lavoro. Le statistiche in questo senso parlano chiaro, anche se, tolto il lunedì immediatamente successivo al passaggio all’ora legale, per tutto il periodo in cui viene mantenuta nel nostro Paese si registra una flessione degli incidenti automobilistici, dovuta con tutta probabilità al fatto che quando la gente esce da lavoro c’è ancora luce.

Per i primi giorni dopo il cambio d’ora è facile sentirsi anche più spossati, un po’ perché non si dorme bene e forse anche perché quell’ora di luce in più ci spinge a svolgere più attività e quindi in effetti abbiamo motivo di essere stanchi.

Tutte questo può far sì che proprio in questo periodo di assestamento possiamo diventare bersaglio di mal di testa più frequenti, sbalzi d’umore, alterazioni dell’appetito e insonnia.

Cosa possiamo fare?

Nei giorni precedenti il cambio dell’ora sarebbe opportuno iniziare ad abituare gradualmente il nostro organismo, andando a letto una mezz’oretta prima e svegliandoci prima.

Possiamo intervenire sull’alimentazione, evitando pasti pesanti la sera, in modo da non incorrere in processi digestivi complicati e favorire il riposo; non assumere teina o caffeina dopo le 18 mi pare scontato. Anche l’utilizzo di dispositivi elettronici a letto andrebbe evitato, questo come norma perenne, soprattutto per chi soffre di insonnia: la luce dello smartphone o del tablet impedisce al cervello di mettersi in modalità di riposo.

Se ci sentiamo nervosi, possiamo ricorrere a integratori a base di Magnesio e a tisane a base di camomilla, valeriana, passiflora o biancospino.

Poi lo sapete: bisogna lavorare, affrontare i millemila impegni quotidiani, ma ritagliarci uno spazio per fare ciò che ci piace e con chi ci fa stare bene è la migliore delle medicine.

Abbiamo pure un’ora di luce in più. Approfittiamone.

#prendetevicuradivoi

Dr.ssa Claudia Cocuzza