Il Libro di Favij – Stroncare a Malincuore

Persino chi non ha molta familiarità con il mondo youtubico non può non conoscere Lorenzo Ostuni, in arte Favij.

È stato uno dei pionieri della seconda generazione di YouTube, quella che ha dato il via al mondo del video come lo conosciamo oggi.

Favij è uno degli youtuber italiani con più iscritti. Ogni suo video conteggia milioni di visualizzazioni; è stato uno dei primi a pubblicare un video al giorno. Il primo a diventare una vera e propria star del tubo.

Insomma, Favij è stato per molto tempo l’idolo di miliardi di ragazzini. Ancora oggi continua nella sua carriera (anche se il suo pubblico sta iniziando purtroppo a scemare).

Bene. In quanto figlio del 2000, posso dire di aver seguito personalmente tutta la carriera di Favij, dai primi video al primo milione di iscritti, fino agli ultimi tempi. Ma mai avrei pensato di prendere tra le mani il suo primo libro, ovvero: “Sotto le Cuffie”, uscito nel 2015.

Fiducioso impiego una sera per leggere questo libro di 138 pagine (in realtà una sessantina scarsa di biografia vera e propria, ma poi lo vedremo) e penso a malincuore all’occasione sprecata che queste pagine rappresentano…

Ma andiamo con ordine, che in realtà è esattamente quello che questo libro tenta di fare.

Sotto le Cuffie parla dell’ascesa del fenomeno Favij, a partire dal suo primo canale, del quale ora non rimane quasi nulla, fino al traguardo del secondo milione di iscritti (oggi conta per la precisione 6,11 milioni di iscritti). In sostanza, una piccola biografia.

Uno spettro si aggira per le pagine… è lo spettro del ghost writer.

Per chi non sapesse di che cosa io stia parlando, il ghost writer è colui che scrive per un autore senza poi comparire come padre dell’opera. Ho cercato ovunque, sotto la copertina, sopra la copertina, a destra e a sinistra, un nome che non fosse quello di Lorenzo Ostuni… ma niente.

È praticamente ovvio che dietro a un prodotto del genere, “scritto” da un non-scrittore, ci sia qualche meccanismo invisibile al pubblico. Infatti lo stile e le parole scelte non fanno altro che evidenziare la presenza di un ghost writer. Le parole sono scelte accuratamente dall’autore per far sembrare che ci sia un vero e proprio dialogo con l’idolo di turno, che nei suoi video usa prettamente un linguaggio medio-basso (più basso che medio in realtà). Così il libro. Ma le scelte sembrano essere forzate e il risultato è qualcosa di finto.

Le sezioni più dolorose sono quelle dei “My Games!”, che intervallano, veramente troppe volte, la narrazione della storia.

Ognuna di queste schede racconta un determinato videogioco, dando qualche indicazione della trama, ma nulla più. Almeno una quarantina di pagine sono occupate da questi fascicoletti scritti sicuramente non da Favij.

Onore invece alle illustrazioni del collega youtuber RichardHTT, che riempiono gli occhi.

Ma i fatti che vengono messi più in luce di altri sono in realtà i meno interessanti da trovare in una biografia… e qui arriviamo al nocciolo della questione.

Le biografie sono viste dagli uomini di successo come una fonte inestimabile di conoscenza; non c’è da fare differenza tra la biografia di uno Steve Jobs e quella dell’appena adolescente Favij.

Ma Favij, volente o nolente, è un “eroe” dei nostri tempi, il primo che ce l’ha fatta. Una sua biografia sarebbe realmente utile per capire i nostri tempi e come muoversi all’interno di essi. Gli argomenti più approfonditi sono ad esempio l’amore per un paio di ragazze (evento fondamentale per la vita di un essere umano, ma in questo caso non per arrivare al successo youtubico) e non il modo in cui lo youtuber è riuscito realmente a raggiungere il successo (evento liquidato con un paio di frasi buoniste).

Per questi motivi il libro è una grande occasione persa. Come oggetto in sé è un gioiellino. Le pagine scoppiano di colori, le righe da leggere sono relativamente poche, proprio adatte per il pubblico a cui è destinato. Ma se avessero puntato un po’ più in alto, questo libro sarebbe potuto essere uno dei libri fondamentali per la nostra epoca. Peccato, un vero peccato…

Ulteriore nota positiva: non posso non dire che, avendo vissuto l’ascesa di Favij, ho rivissuto molte scene descritte e con esse i sentimenti provati all’epoca…

Un tuffo al cuore!

Matteo Abozzi