Katherine Johnson – la donna che ci portò sulla luna

Erano gli anni ‘60. Il mondo intero era appena uscito da due Guerre che avevano devastato intere
nazioni. E nonostante tutto, l’odio ancora dilagava.

Gli Stati Uniti in quegli anni stavano respirando aria di progresso, soprattutto tecnologico. Purtroppo però, certe ideologie sociali non progredivano altrettanto velocemente.

Erano gli anni in cui erano ancora in vigore leggi che discriminavano duramente le persone di colore le quali, dovevano vivere la loro vita il più possibile lontano dai bianchi. Questo implicava il dover sedersi in posti diversi in autobus, al ristorante, al bar, usare bagni diversi, camminare in lati opposti della strada, in scuole addirittura diverse.

Molti personaggi di spicco hanno lottato per l’emancipazione, tra i più famosi abbiamo Martin
Luther King
.

C’è chi, invece, quasi in sordina, è riuscito ad abbattere le barriere e a portare l’uguaglianza di colore, ma anche di genere, nel posto di lavoro, rimanendo comunque sempre fedeli ai propri sogni, ai propri talenti e soprattutto a sé stessi.

Vi racconto la storia di Katherine Johnson, la donna che ci portò sulla luna
Insieme a Dorothy Vaughan e Mary Jackson, è stata una delle primissime scienziate afro-americane ad aver lavorato alla NASA e tutte loro, insieme, hanno fatto la storia.

Katherine Johnson, già bambina prodigio, si laureò cum laude in matematica e francese all’età di 18 anni.

Nel 1953 iniziò a lavorare alla Nasa come calcolatrice umana in un edificio separato, solo per le
persone di colore. Il suo compito era quello, insieme ad altre donne, di leggere i dati delle scatole nere degli aerei . Qualche anno dopo venne riassegnata momentaneamente al team di ricerca di volo, dove, come diceva lei, “si dimenticarono di rimandarla indietro” e ci rimase fino al 1986, anno in cui andò in pensione.

Lei è il nuovo computer

Si contraddistinse per il suo talento e la sua precisione, guadagnandosi il rispetto dei colleghi. Lavorò in molti progetti importanti: nel 1959, calcolò la traiettoria del primo volo spaziale con equipaggio, nel 1961 la traiettoria di lancio per la missione Mercury, con Alan Shepard, il quale chiese espressamente che i calcoli fossero rivisti da lei prima di partire.

Il traguardo più grande lo raggiunse quando, nel 1969, calcolò la traiettoria della missione sulla Luna dell’Apollo 11. Qualche anno dopo, le sue verifiche portarono a casa sani e salvi i membri dell’equipaggio dell’Apollo 13.

A lei, è intitolato un edificio della Nasa e la sua storia può essere vista nel film “Il Diritto di Contare“, basato sul’omonimo libro, candidato a tre premi Oscar.

Se ne è andata quest’anno, a febbraio, alla veneranda età di 101 anni. Molte parole possono essere scritte o dette su di lei, ma non saranno mai sufficienti a onorare il suo talento, la sua tenacia e la sua perseveranza.

Michelle Manias

Trailer ufficiale