La fiamma Olimpica
10 marzo 2020.

Stamane è stata accesa la torcia olimpica.
La stessa torcia che ora viaggerà verso Tokyo per accendere il braciere olimpico e che rimarrà acceso per tutta la durata dei giochi.
Eh niente, mi son commossa.

Mi son commossa perché trovo in questo rituale qualcosa di antico, ancestrale, e riportarlo di anno in anno, mantenerlo vivo è una delle tante bellezze dei Giochi Olimpici.
Il fuoco che arde, la passione per lo sport, il fuoco che fonde e tiene uniti, tutti i paesi e gli atleti del mondo, sotto uno stesso scopo e significato. Per me rimane sempre un significato forte inerente allo sport.
Senza nulla togliere al modo in cui viene accesa, ipotizzando che fosse acceso così anche nell’antica Grecia, il rituale ha qualcosa di mistico e magico che dentro di me risuona in una maniera che non so spiegare.

Ma oggi mi sono commossa anche, e forse soprattutto, per un altro significato.
Quella luce, quella speranza.
Perché in questo periodo di rinvii, di epidemia, solo oggi dichiarata pandemia, il CIO in questi mesi aveva avuto modo di valutare la situazione, capire se rinviare o annullare i giochi. Per dire, solo durante la guerra sino-giapponese e la seconda guerra mondiale, son state annullate. E la voce del rinvio è stata tanta nel mese scorso, all’inizio ancora della pandemia, ma il CIO ha deciso che si faranno, senza rinvio.

Ad ora ancora non lo sappiamo se si faranno, se questa pandemia ora di luglio sarà scemata e sotto controllo o se sarà progredita.
Ma quella luce…

L’accensione di quella fiamma, stamane, mi ha pervasa di fiducia.
Una luce, una luce di speranza, la fiducia che tutto questo passerà, e che passerà in fretta, giusto in tempo per rimettersi gli scarpini e scendere in pista.
E come nella sequenza di pochi attimi in cui. appena appoggiata la torcia sul braciere a specchio si dirama il fuoco sullo stoppino, la stessa sensazione di fiducia è partita da un battito che l’ha subito pompata e infusa in tutto il mio corpo.

La fiamma Olimpica si è accesa, spero che porti la stessa luce e fiducia, in tutti voi che mi leggete, allo stesso modo in cui ha fatto con me.
Solo uniti sotto lo stesso fuoco possiamo tornare a correre e vincere.
Insieme.

24 luglio 2020

Oggi sarebbero dovute iniziare le Olimpiadi.
Da quelle parole scritte il 10 marzo scorso sembra passata un’eternità.
E di cose ne son successe.
Dall’accensione della fiamma Olimpica tutti i riti son stati interrotti.
Non c’è stata la staffetta dei tedofori, la fiamma ha solo onorato Olimpia, e poi ha preso un aereo speciale diretto per Tokyo.
Il grande braciere è stato acceso, ignaro che le Olimpiadi sarebbero state rinviate solamente 14 giorni dopo.

Ma una cosa che pochi sanno è che ad oggi la fiamma è ancora accesa.
Al rinvio dei giochi hanno trasferito la fiamma dal braciere in una particolare lanterna e arde, 24h su 24, e 7 giorni su 7, in una stanza sicura e sorvegliata a Tokyo.
Il 25 marzo in questo speciale avvenimento è stata battezzata “Hope Lights Our Way” – La speranza illumina la nostra strada.

E quella fiamma, una luce di speranza, già lo era in quel lontano 10 marzo.

È lì, piccola che arde, e aspetta.
Aspetta di illuminare il braciere e di dare il via ai giochi.
Aspetta impaziente il ritorno alla normalità, la cerimonia, le medaglie…

Eppure è già testimone, forse inconsapevole, di tutto questo.

Son ricominciati gli allenamenti, i primi tuffi in piscina, le prime vasche, gli allenamenti in pista, la formula 1, le partite di calcio, la coppa, i primi premi.

Nelle settimane scorse son ricominciate le prime gare di atletica in Italia, gli atleti son tornati a solcare quelle piste rosse non solo per allenarsi ma per gareggiare.
Gli atleti italiani in queste prime gare hanno fatto tutti numeri pazzeschi, Tamberi è tornato al suo 2,30, Desalu, Tortu e Jacobs tempi pazzeschi sui 100 mt, Re fortissimo sui 200 tanto da esser miglior tempo mondiale del 2020, Iapichino ha saltato a 6,80 mt raggiungendo il primato U20 e rimanendo seconda solo a Fiona May, sua madre. E come loro molti altri.

Ma in tutti, in tutti, c’era una cosa che li accomunava.
Quella fiamma.
Quella fiamma era lì.
In ogni sorriso, in ogni corsa, lancio, o salto.
Quella piccola fiamma c’era.

Che forse è proprio anche questo il motivo per cui è stata scelta una fiamma come simbolo delle Olimpiadi, la fiamma della passione.
Può succedere di tutto, anche una pandemia, ma quella fiamma… quella fiamma è lì, dentro ognuno di noi, e lì resta, ben custodita.

In questi giorni si sarebbero dovute svolgere le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Il comitato olimpico celebra con questo video il conto alla rovescia “1 year to go”, un anno all’inizio, per illuminarci in questo lungo anno che ci separa dai giochi:

https://www.facebook.com/olympics/videos/312968576420621/

Siamo accesi tutti dalla stessa fiamma, uniti tutti dallo stesso fuoco. E solo uniti possiamo vincere.
Lo sport è anche e soprattutto questo, unione, spirito di competizione e quella fiamma, quella passione irrefrenabile che sfreccia dentro di noi quando ci viene chiesto di gareggiare, nella vita come sul terreno di gioco.

Saranno dei giochi sicuramente diversi.
Saremo sicuramente diversi.
Ma una cosa è certa: siamo uniti dallo stesso destino, guidati tutti da quella fiamma.
Ed è una luce, dentro di noi, che non si spegne mai, che ci unisce.
E uniti saremo sicuramente più forti.

Hope Lights Our Way, 1 year to go, aspettando Tokyo 2020.

#tokyo2020 #hopelightsourway #1yeartogo #StrongerTogether

Alessandra Collodel