I riti del corallo

Secondo la tradizione vedica il corallo deve essere acquistato di martedì, con la Luna in Ariete o in Scorpione tra l’alba e le undici del mattino. Deve essere consegnato immediatamente al gioielliere che a sua volta, deve incastonarlo il giorno stesso in un anello composto da una lega di oro e rame, escludendo ogni altro metallo. Il corallo naturalmente deve mantenersi sempre in contatto con la pelle di chi lo indossa.

Il momento migliore per indossare un anello di corallo è nel periodo che va dall’ora che precede l’alba fino alle undici della mattina.

Prima di essere indossato l’anello va purificato mediante una prolungata immersione nel latte bovino non bollito o in acqua piovana, di sorgente o conservata per un certo periodo in un recipiente di rame. Terminata questa operazione l’anello va posto su un manto rosso che reca un disegno di Marte realizzato con pigmento rosso di sandalo, sopra il panno va posto un secondo disegno di Marte inciso nel rame o una sua statuetta sempre in rame. Il mantra corrispondente va recitato tra le 108 e le 10.000 volte, dopo di che l’anello potrà essere indossato preferibilmente all’anulare della mano destra.

Per la medicina ayurveda il corallo può essere impiegato a scopo terapeutico sia sotto forma di ossido sia sotto forma di pasta. In entrambi i casi è bene impiegare il corallo rosso. La purificazione si effettua immergendo i rami di corallo per tre ore in una daula yantra con succo di gelsomino e lavandolo poi con acqua piovana o di sorgente. Una volta purificato il corallo può essere convertito o in ossido o in pasta. Per ottenere l’ossido bisogna macinare il corallo per dodici ore aggiungendo una miscela di Mercurio e zolfo, succo di cactus e aloe. Si otterrà una pasta con la quale confezionare una pillola che prima di essiccherà al sole e poi si sottoporrà a calcinazione. È necessario macinare il corallo fino a fargli raggiungere la consistenza e la finezza della cenere. L’ossido va conservato in un flacone rosso a chiusura ermetica in un ambiente secco e fresco. La pasta di corallo ha più potere del l’ossido, per ottenerla bisogna pestare il corallo purificato in un mortaio con acqua di rose. L’operazione deve essere effettuata per ventuno giorni, dodici ore al giorno. Essiccata all’ombra la pasta assume la forma di una polvere molto sottile che si conserva indefinitamente.

L’ossido di corallo si usa nella cura di diverse malattie mescolandolo di volta in volta con varie sostanze: miele per la febbre e come tonico; zucchero in polvere per la tosse secca; latte bollito e pasta di mandorle per il mal di testa; latte o panna per la tachicardia; foglie di betel per gli stati di debolezza diffusa. La pasta di corallo è eccellente per risolvere disturbi a carico dell’apparato riproduttore. È un rimedio molto indicato per ritardare l’eiaculazione precoce, eliminare le polluzioni notturne e da usare come trattamento per le malattie veneree. Posto nell’ombelico di una gravida scongiurerà l’aborto. È pure eccellente contro la dissenteria e i disturbi gastriche e viene impiegato con successo nel trattamento delle varie dermatiti.

Maura Luperto