Il paradosso del calcio femminile

Da quando  è iniziata l’emergenza Covid 19 una delle prime cose a fermarsi è stata lo sport.
Il “Sei Nazioni” di Rugby, i campionati di Basket, Volley ed infine lo sport italiano per eccellenza, il calcio.
Durante il consiglio federale Figc dello scorso 20 maggio è stato decisa la sospensione di tutti i campionati dilettantistici italiani. Tutti. Eccetto la serie A femminile.
In Italia la legge 91/1981 stabilisce  che tutte le donne che fanno sport sono dilettanti, di conseguenza lo sono anche le calciatrici. Quindi perché non sospendere anche la serie A femminile?
Negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante verso il professionismo, con l’ingresso di società maschili blasonate come Fiorentina, Juventus, Milan, ecc. Un maggior numero di sponsor, di visibilità in televisione e nei giornali per non parlare dei Social in cui ormai molte ragazze della nostra nazionale sono diventate delle vere e proprie Influencer.  Tuttavia, vi sono ancora società che non sono appoggiate da società maschili e, di conseguenza, con minori sponsor e capacità economiche; ed è indubbio che seguire i protocolli per la ripresa stabiliti per il calcio maschile sia finanziariamente parecchio complicato .
Anche le opinioni in merito sono discordanti. Il ministro dello sport Spadafora proclama a breve una nuova legge per rendere le calciatrici professioniste a tutti gli effetti, la Presidente della Divisione calcio femminile della Figc Mantovani vuole attingere al fondo “salva sport” per permettere anche alle società più in difficoltà di essere in grado di eseguire tutti i protocolli e quindi far ripartire il campionato (si parla di metà luglio). Intanto tre dei principali campionati europei (spagnolo, francese ed inglese)  nonostante abbiano un seguito ed una potenza economica molto più forte della nostra, hanno deciso per la sospensione definitiva della stagione.
Al momento le ragazze e tutti gli addetti del settore chiedono rispetto e stesso trattamento del maschile per poter ricominciare a fare quello che amano senza mettere a rischio la loro salute.

Anna Bigarello