Accommodations, l’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia

È stato inaugurato ufficialmente ieri da Sua Altezza il Principe Badr bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan Al Saud, Ministro della Cultura del Regno dell’Arabia Saudita, e da Sua Altezza Reale il Principe  Faisal bin Sattam bin Abdulaziz Al Saud, Ambasciatore del Regno dell’Arabia Saudita in Italia, e apre da oggi al pubblico il Padiglione Nazionale Saudita, che partecipa per la seconda volta alla Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con l’esposizione Accommodations, una serie di incontri socio-spaziali nei quali si intrecciano storie, protocolli e gesti della quarantena vissuta nel Paese.

“La mostra ci invita a riflettere su come l’architettura e l’ambiente urbano rispondono alle nostre esigenze, che sono cambiate soprattutto nell’ultimo anno”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Sua Altezza il Principe Badr bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan Al Saud. “Se da un lato ci stiamo ancora riprendendo dalla pandemia, dall’altro siamo convinti che la cultura creerà nuovi modi per connettere le persone, costruire ponti tra le nazioni e rendere il nostro mondo un posto migliore. E la Biennale di Venezia sta facendo proprio questo”.

Gli ha fatto eco la Dottoressa Sumayah Al-Solaiman, CEO dell’Architecture and Design Authority dell’Arabia Saudita: ” Il padiglione nazionale saudita è un’estensione della visione culturale del Regno. Qui viene mostrato il meglio dell’emergente comunità architettonica dell’Arabia Saudita creando un luogo di incontro per lo scambio di idee e per instaurare un dialogo tra menti creative”.

Hussam Dakkak, Basmah Kaki e Hessa AlBader sono gli architetti scelti per rappresentare l’Arabia Saudita: con attività che spaziano da Jeddah a Londra e Kuwait City, il trio rappresenta una nuova generazione creativa che sta crescendo sull’onda della trasformazione culturale del Paese. Lavoreranno a fianco dei curatori con sede a New York, Uzma Z. Rizvi e Murtaza Vali.

Riflettendo sul tema di quest’anno di “How Will We Live Together?”, visto attraverso la lente della quarantena (sia attuale sia storica), il Padiglione Nazionale Saudita si presenta come una mostra sperimentale che affonda le radici nella ricerca di archivio. È strutturato e ideato per invitare a momenti di esplorazione, retrospezione e analisi.

Concepita come una molteplicità di spazi all’interno di un unico spazio, la mostra si sviluppa in tre parti che invitano i visitatori a esplorare i mondi della quarantena e con essi l’intreccio relazionale tra inclusione ed esclusione. La mostra indagherà il modo in cui gli involucri spaziali si evolvono in risposta ai contesti esterni, traendo nuovi significati da situazioni inedite e ridefinendo la relazione tra l’individuo, la comunità e l’altro.

“La mostra ripercorre la storia degli spazi chiusi, esaminando il modo in cui l’ambiente edificato e il tessuto urbano si adattano per far fronte a condizioni di emergenza e come il significato e l’uso di tali spazi cambino nel tempo. Il Padiglione Nazionale Saudita ha l’intento di stimolare una maggiore conoscenza delle tensioni tra le azioni di separazione, insite nella quarantena, e quelle di adattamento, necessarie per continuare a vivere” spiegano i curatori Uzma Z. Rizvi e Murtaza Vali.

Ospitata ancora una volta all’interno dell’Arsenale di Venezia, la mostra è aperta al pubblico a Venezia e sarà accompagnata da un sito web dedicato.

Il Padiglione Nazionale Saudita è stato commissionato dalla Commissione Architettura e Design, con il patrocino del Ministero della Cultura saudita. Incaricata di gestire lo sviluppo del settore nell’ambito di Saudi Vision 2030, la Commissione sta attuando una serie di programmi e iniziative per promuovere e sostenere un ecosistema culturale che accoglie e incoraggia il talento locale.

 “Il Padiglione Nazionale Saudita rappresenta una piattaforma per la nostra fiorente comunità architettonica nazionale che potrà così condividere la propria visione creativa con un pubblico internazionale, in occasione di uno dei principali eventi di scambio e dialogo culturale”, ha affermato la Dottoressa Sumayah Al-Solaiman, CEO della Commissione. “Gli espositori di quest’anno incarnano la molteplicità dei talenti emergenti del nostro Paese. Siamo lieti di poter ospitare le loro opere tornando per la seconda volta alla Biennale di Architettura con un progetto concepito per promuovere il dialogo sulle implicazioni architettoniche dell’ultimo anno”.

Photo credits Accomodations: Venicedocumentationproject