Il Canada sbarca alla Biennale Architettura di Venezia

Dai set cinematografici delle città “impostrici” alle abitazioni per l’Artico, dalle architetture immersive e ipertecnologiche alle visioni afrofuturiste per millenials, dagli spazi condivisi alle multiproprietà per dare alloggio ai rifugiati.

Un importante contingente di architetti canadesi alla Biennale di Architettura di Venezia 2021 offrirà una tanto variegata quanto esatta fotografia del Canada di oggi: un paese di innovazione, inclusione e diversità.

Al Padiglione Canada ai Giardini si potrà vedere Impostor Cities dello studio di architettura T B A di Montréal, riflessione sull’identità dell’architettura canadese, spesso presa a prestito da film che si vogliono ambientati a New York, Tokyo o Parigi. Il progetto rivede le città attraverso nuovi modelli di fruizione e percezione e avrà una componente in persona e una online. 

Sempre ai Giardini, Padiglione Centrale, lo studio Lateral Office di Toronto propone soluzioni abitative per l’Artico sviluppate insieme agli abitanti, gli architetti e le comunità locali.

Nella prima sala dell’Arsenale i visitatori saranno accolti da Grove, imponente architettura immersiva, tecnologica e inclusiva di Philip Beesley e il Living Architecture Systems Group di Toronto; un’edilizia aperta da contrapporsi ai muri rigidi e altrettanto rigidi territori che ci dividono.

Sempre all’Arsenale troviamo le foto dell’afrofuturista Osborne Macharia, canadese di origine keniota, e il suo K.63 Studio di Vancouver con il progetto Kaja, dimore alternative per millennial creativi di Nairobi.

Con il progetto Commoning Domestic Space, all’Arsenale, Neeraj Bhatia e il suo studio The Open Workshop di Toronto parlano di valori collettivi e di ciò che significa vivere in una società pluralistica.

Ma non finisce qui, ci sono sette canadesi anche nella mostra collettiva dell’European Cultural Centre/ECC Time Space Existence, tra Palazzo Mora e Palazzo Bembo.

Tra questi, segnaliamo una proposta in particolare: Ghetto di Henriquez Partners Architects di Vancouver a Palazzo Mora, un progetto che esplora, in collaborazione con l’UNHCR, la possibilità di fornire alloggi ai rifugiati attraverso un modello di multiproprietà condominiale sostenuta dal turismo.

Le altre partecipazioni canadesi all’ECC sono, a Palazzo Mora:

Greenskin Lab di Vancouver, University of British Columbia School of Architecture; Lesley Richmond, artista tessile di Vancouver; Nic Lehoux, fotografo di architettura; Ruta Krau, designer di Toronto; University of Guelph e a Palazzo Bembo: Magda Mostafa con il progetto The Autism ASPECTSS TM Design Index.