I giorni del giudizio

Nella Falconaia, tenuta di famiglia dei Bonnarrigo,  proprietari degli «Italian food&more», piccoli ristoranti di qualità sparsi in tutto il mondo, è  stato compiuto un duplice cruento delitto. Esther Bonarrigo è stata trovata sgozzata nella Grotta del Fauno. A qualche distanza, dentro il Capanno di Caccia,  massacrato con un’arma da taglio, Jacopo Corti il suo presunto amante. Indiziato del delitto il marito di Esther, Daniel Bonarrigo. Sei comuni cittadini provenienti da situazioni e estrazione sociale diverse vengono sorteggiati per fare i giudici popolari nel conseguente processo in Corte d’Assise:

Emma, la sofisticata proprietaria di una boutique a Viareggio,

Emma si abbassa l’orlo del vestito sulle ginocchia, si controlla il make-up sullo schermo del cellulare[…]si sistema con cura gli occhiali da sole per tenere i capelli indietro, come un cerchietto

Serena, una ragazza con sistemazione precaria, molto timida e insicura,

Pensa che sono  paranoica? Che mi devo fare curare? “E anche di corsa”, vorrebbe aggiungere Emma, però non lo dice, anche perché la ragazza non gliene lascia il tempo

Iris, una bibliotecaria amante della natura e femminista,

Iris ha passato gli ultimi dieci anni a montare scaffali e a scrivere con gli stencil gli incipit più fulminanti sulle pareti […]Iris vanta una sconfinata discoteca di punk in vinile, un’esperienza di sostanze stupefacenti esaustiva e ben sei maratone portate in fondo entro le quattro ore, ma sulla soglia dei cinquanta è diventata una signora assai irritabile dalla maleducazione

Ahmed, un magazziniere di origine marocchina,

  • C’è anche un Marocco nella giuria!-
  • Marocchino a me? Lo sai quanti passaporti ho in tasca,io?-
  • E tu sai che me ne fotte?-
  • Lo sai? Rispondi-

Quando Malcom gli chiude le braccia addosso, a tenaglia, Ahmed  ha appena contratto i muscoli per darsi lo slancio

Malcolm, esperto di videogames e youtuber di successo,

Malcom non ha libri né cd da autografare e non ha nemmeno intenzione di farsi venire una paresi da sorriso forzoso per  accontentare i cacciatori di selfie. Quindi se ne rimane ben oltre le colonnine segnafila, in attesa che il pubblico migri verso qualche altro incontro.

Terenzio, un pensionato polemico con un passato del quale non gli piace parlare.

  • Tu non stai bene- dice
  • […]Tu dovevi farti aiutare- dice
  • Non bastava farti trasferire da Viareggio e tornare qua, io te l’avevo detto-
  • Ancora con quella storia? Sono passati dieci anni-

Sono loro i veri protagonisti del romanzo. Udienza dopo udienza, ognuno di loro  ricostruirà la vicenda da un punto di vista diverso ma tutti rendendosi conto di essere stati chiamati per prendere una decisione che condizionerà la vita di un uomo che si è proclamato innocente. L’esperienza che i sei vivranno però avrà il potere di stravolgere soprattutto le loro vite. Se in bene o in male spetta al lettore decidere.

Giampaolo Simi.

Il filo dell’ironia e talvolta un umorismo amaro, un linguaggio crudo, nervoso, scattante, sono le caratteristiche di quello che si potrebbe definire un legal thriller di cui Simi, però, rovescia l’impostazione classica. Il focus narrativo infatti non è più concentrato sui componenti della Corte d’Assise che, ad eccezione dei due giudici togati, appaiono sfocati sullo sfondo. ma della giuria popolare. Il romanzo è perciò scandito in sei parti quanti sono i giurati selezionati. In ognuna di esse il delitto viene lentamente ricostruito mescolandosi alle vicende del personaggio di turno e secondo il suo punto di vista.  Solo alla fine la vicenda si presenta nella sua completezza L’autore a questo punto, dopo aver riservato il primo colpo di scena alla soluzione del giallo, ce ne presenta altri,  a volte davvero sorprendenti a tal punto da stravolgere in alcuni casi la vita  dei sei componenti della giuria. Uomini e donne dei nostri tempi che proprio per questo risultano più credibili e le loro storie più coinvolgenti.

Maria Lucia Martinez