Regata Storica: Venezia, sospesa tra oggettività e immaginazione

Il Ponte di Rialto quasi vuoto. Una “cartolina” che ogni veneziano ha sognato a occhi aperti nella quotidianità, ma che nell’ultimo periodo se da un lato presentava una città meravigliosa, dall’altro metteva un po’ di tristezza. Calli e callette silenziose, quasi fosse un’uggiosa giornata di tardo novembre della Venezia nascosta ai foresti. Se non fosse per i turisti (i foresti, appunto) con i piedi ammollo in Canal Grande, sembrerebbe la scena di un film di Fellini, di quelli sospesi tra oggettività e immaginazione, dove ogni cosa diventa quasi una realtà sognata.

E nel sogno si è catapultati, in ogni prima domenica di settembre, perché a due passi da te, dalla Bucintoro (la galea di stato dove i dogi di Venezia si imbarcavano, ogni anno, nel giorno dell’Ascensione per celebrare il rito dello sposalizio della città con il mare), Caterina Cornaro saluta la folla plaudente.

Lo fa da 531 anni, oggi come nel 1489, anno in cui la Serenissima accolse per la prima volta, in maniera trionfale, la sposa del Re di Cipro, rinunciataria al trono in favore della sua Venezia: il 4 settembre 2011 come il 6 giugno 1489 Caterina siede sulla Bucintoro accanto al Doge Agostino Barbarigo, subito dopo aver consegnato nelle mani della Serenissima la sua corona di regina.

La sfilata di decine e decine di imbarcazioni tipiche cinquecentesche, multicolori e con gondolieri in costume, che trasportano il doge, la dogaressa e tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato glorioso di una delle Repubbliche Marinare più potenti e influenti del Mediterraneo continua ad affascinare dopo secoli.

Oggi le quattro competizioni sono suddivise per categorie di età e per tipologia di imbarcazione: la più famosa ed entusiasmante è la regata dei campioni su gondolini, che sfrecciano in Canal Grande fino al traguardo di fronte alla celebre “machina”, scenografico palco galleggiante posto davanti al palazzo di Ca’ Foscari.

Tutto svanisce nella cornice del sogno dei costumi tardo quattrocenteschi, dei vogatori silenziosi e fieri, delle mute barche senza chiglia, dove il remo diventa timone e allo stesso tempo motore  mentre “gioca” all’interno della forcola, per alzarsi infine ritto nel saluto, in un impeto corale di orgoglio al richiamo “su i remi!”

Per mezz’ora, durante il corteo storico, i veneziani ritrovano il sentimento di appartenenza alla città riservato usualmente a chi viene dalla terraferma, al di là del Ponte della Libertà.

Ancora la Caorlona (o Caorlina da parata, con 24 rematori più capovoga, della città di Caorle) scivola silenziosa verso il Ponte di Rialto che già lo speaker chiama a sé le schie per la regata sulle mascarete a due remi, riservata ai bambini, cui spetta il compito di aprire le competizioni sportive.

E i veneziani buttano in Canalazzo (Canal Grande ndr) la venezianità e diventano tifosi dei sestieri di appartenenza, che sono poi l’equivalente delle contrade di Siena. In laguna ragazzi, donne, uomini e miti si sfidano “a cavallo” delle loro imbarcazioni tra le incitazioni della folla che, quanto a colore, non è seconda ai toscani.

Quattro sono le classiche in programma: giovanissimi, donne, uomini su caorline a sei remi e gondolini a due remi.

I gondolini, appunto: la sfida più attesa, quella che ha visto nascere il mito dei campioni del remo, quella che scatena gli animi e che ha creato nel tempo la favola sportiva della Regata Storica con i suoi maggiori protagonisti:  Strigheta, Ciaci, Crea, Ciapete, Bepi e Palmiro Fongher, i Vignotto, D’Este… Nomi che al di là del ponte dicono poco, ma in laguna sono sinonimo di leggenda.

La leggenda di una città sospesa tra oggettività e immaginazione.

cricol