Quando il cervello “stacca” per affogare nel Grande Fratello

Lunedì 14 Settembre 2020. Canale 5 offre ai telespettatori il Grande Fratello. Edizione normale? Edizione Vip (che poi Vip… ma chi sono questi?), va bene non importa. Il programma vive nei suoi led, e sopravvive grazie agli italiani. Il Grande Fratello! Se solo Orwell potesse vedere (perdonali, perché non sanno quello che fanno): record di visualizzazioni, di share e di tutto il resto. C’è un fatto molto strano. Se vai a chiedere a qualcuno riguardo al GF, ti dirà: “So che è una cosa molto stupida… ma mi fa staccare il cervello!”.

Le cose non sono così semplici.

Innanzitutto, c’è un errore formale: il Grande Fratello è l’apoteosi del nichilismo morale ed estetico. Guardarlo non vuol dire “staccare il cervello”, ma “affogarlo” in un profondo abisso, per poi non ritrovare più la materia grigia, da un giorno all’altro. La verità è che siamo stati educati male, cattiva maestra la televisione! Anche se un tempo le cose erano leggermente differenti: Mike Bongiorno. Umberto Eco in un saggio ne “Il Diario Minimo” parla del presentatore come il “rappresentante mediatico di tutti gli italiani: il Medio-Man”. Mike era una persona semplice, umile nel porre domande ai concorrenti. Lui non sapeva, e apprendeva in quel momento, insieme agli italiani, con stupore, ma anche serietà. Era un simbolo di speranza: “Vedi, lui la sa quanto me! Anche io posso diventare qualcuno come Mike!”.

Ma le cose sono andate diversamente. Mike conduceva quiz di cultura generale, divenuti rari in questi tempi. Uno dei programmi che più riesce a sopravvivere è, per l’appunto, il Grande Fratello. Perché? Perché, ci si chiede! Se solo ci fermassimo un’attimo a guardarci, rideremmo, e rabbrividiremmo.

Provate a fare questo esperimento mentale: chiudete gli occhi, immaginatevi davanti alla televisione. State morendo dal ridere perché non riuscite a staccare gli occhi dalla vostra TV. In diretta due tizie, molto rifatte (lo tengo a precisare) che stanno litigando. Sono così arrabbiate da tirarsi i capelli. Bene, non sarebbe un’immagine… deprimente? Se consciamente sappiamo che programmi del genere sono nocivi, perché continuiamo a guardarli?
C’è un amico che potrebbe avere una soluzione: Friedrich Nietzsche.

Friedrich Nietzsche

Il filosofo tedesco scrisse nella Genealogia della Morale che la concezione cristiana di paradiso, inferno e purgatorio, fosse stata un’invenzione dei popoli fisicamente deboli, per riuscire a dominare sugli oppressori, almeno dal punto di vista morale. Parla del paradiso come un luogo dove i credenti, i quali ora vivono di una vita beata, vedono gli atei bruciare tra le fiamme di Lucifero. In sostanza: l’invenzione del paradiso altro non è che un modo di credersi persone migliori rispetto alle altre.
Per il nostro scopo togliamo la prospettiva religiosa, e applichiamola a quella televisiva.
Gli italiani godono nel vedere altre persone fare cose stupide. Questo accresce il loro ego e dona loro piccole soddisfazioni personali: “Guarda che idiota quello! Guarda come chiede scusa in ginocchio! Se qualcuno mi parlasse così gli darei uno schiaffo, mica come questa che…” e così via.

Domanda: “Ma se questo fa sentire meglio il fruitore, come può essere una cosa negativa ascoltare il segreti dei vip nel confessionale?” Il Grande Fratello riesce solo a soddisfare bisogni primitivi, “bassi” che, se colmati, non portano realmente una persona a diventare migliore. Le grandi dittature hanno sempre puntato a far diventare bestie il proprio popolo, accrescendo i loro istinti animaleschi (in fondo come le politiche moderne). Lo stesso vale per la pena di morte, altro argomento che Nietzsche tratta: vedere morire qualcuno che ha fatto del male a una persona a noi cara ci dona un momentaneo piacere, poiché colma la nostra brama di vendetta e il desiderio di voler dimostrare la nostra superiorità morale.

Bertrand Russel

Già che ci siamo, tiriamo in ballo un altro pensatore, un poco più moderno: Bertrand Russell. Nel suo “Elogio dell’Ozio”, Russell ragiona su come noi tutti viviamo in un mondo che ci spinge a determinate condizioni di ozio errato: Il lavoro è ingiustificatamente troppo e il troppo tempo dedicato al guadagnare soldi, toglie l’energia d’oziare in maniera migliore.
In altre parole: Vedere il Grande Fratello è il risultato di una persona insoddisfatta, che, stremata dal lavoro, non riesce ad accrescere la propria cultura, e rimane quindi come un vaso vuoto ad ascoltare le urla isteriche di persone in televisione.


Questo non è il giusto modo per “staccare il cervello”. Infatti, già come dichiara il titolo, Russell vuole mostrare come l’ozio sia importante per gli esseri umani, ma deve essere un ozio particolare. Il giusto riposo sarà quello che nasce grazie a uno studio pregresso, a una cultura e una comprensione dell’universo, il quale ci porta a compiere delle attività socialmente benefiche.
Senza il corretto ozio, nessuna evoluzione culturale sarebbe mai stata possibile.
Quello di Russell è modo astruso per dire: le attività di riposo “idiote” sono date dal capitalismo e dall’ignoranza. Ragionamento che in realtà, non fa una piega.

Parole da sprecare sul programma del GF non ce ne sono. Veramente nulla c’è da dire. L’unica cosa di cui si può parlare è dello spettatore e l’unico modo per poter arrivare alla risoluzione di qualche problema è quello di far dialogare lo spettatore con se stesso. Se siete di quelli che vedono il Grande Fratello, la prossima volta che vi troverete davanti ad Alfonso Signorini, chiedetevi: “Perché?” Poi potrete anche continuare la visione.
Il nostro altro non è che un invito alla consapevolezza. Perché lo state guardando? Perché?! Se vi risponderete onestamente, fidatevi, spegnerete il televisore.

Matteo Abozzi