La Route des Phares

                   Un’affascinante amalgama di storia, mistero e leggende

Quando ho iniziato a scrivere Fari di Bretagna. Storie di Uomini e di mare non immaginavo che avrei cavalcato un mare in tempesta per inseguire l’onda dei ricordi.

Bretagna. In principio, la notte era illuminata da un fuoco di legna. Successivamente, apparve un’affascinante torre di luce, alla cui sommità era acceso un enorme braciere, sul quale vegliavano le confraternite religiose. In seguito, una lanterna fu posata sulla torre per proteggere il fuoco; in un secondo tempo, apparvero vere “cattedrali” degne di un Re!

Seguirono capolavori architettonici, fari infernali, fari maledetti, fari…

“Il fascino del faro nasce dal mistero di un lampo di luce che perfora all’improvviso la notte, una dantesca simbologia, la luce guida l’uomo attraverso la selva oscura e segna il suo destino…il faro, guardiano dei due Mondi, veglia sull’orizzonte, là dove la rabbia delle onde spicca il volo, la Morte veglia sull’Eternità”.

Alla fine del XIX secolo, la Bretagna afferma la sua vocazione di “prua d’Europa”, la maggior parte dei fari sono bretoni, dove le tempeste sono tra le più spettacolari e un numero incalcolabile di relitti giace sui fondali.

Gli Anaon, i Trapassati dispersi in mare, ancora attendono una degna sepoltura.

Prima di diventare monumenti storici, emblemi e curiosità turistiche, i fari sono stati punti di riferimento vitale per i marinai. Creazioni architettoniche frutto di audaci ingegneri, a volte anche di cospicui lasciti patrimoniali, oggi i fari hanno perso la loro funzione primaria sotto l’effetto del progresso tecnologico. L’automazione ha privato il faro dei suoi guardiani e ha messo fine al rituale del cambio della guardia, ma le “Sentinelle del mare”, ostinatamente ancorate alla roccia, impassibili ai colpi sferzati dalla burrasca, continuano ad affascinare con i loro racconti.

“Per oltre un secolo, l’immaginazione popolare ha catturato lo sguardo dei faristi isolati in mare durante il cambio della guardia, a cavalcioni su una palanca facevano il trasbordo”.

In Bretagna alla scoperta dei fari: un viaggio attraverso paesaggi di straordinaria bellezza, dove l’orizzonte si fonde con la linea del mare, alla scoperta di atmosfere mai scontate; un affascinante e insolito itinerario di navigazione, alla scoperta delle lanterne tra le più leggendarie, in un mare estremo che ha inghiottito galeoni e vascelli, catturato pirati e corsari. Un itinerario mutevole secondo la luce e le maree.

Rotondi, conici, quadrati, ottagonali; realizzati in pietra, cemento o metallo; decorati in alabastro, ottone, legno pregiato, porcella o madreperla: i fari simboleggiano un’epoca.

Inferno, Paradiso, Purgatorio, ancorati in mezzo al mare, abbarbicati su scogli rocciosi o scogliere da capogiro, edificati sulla terraferma in luoghi evocativi: quale genio creativo, a volte folle, ha ispirato i loro artefici? Spesso, gli artigiani di questi monumenti hanno tratto ispirazione dalla natura.

La stampa illustrata, la letteratura, il cinema, la musica, il teatro fanno ancora sognare l’immagine del faro e del Suo guardiano. Un viaggio senza tempo attraverso l’affabulazione di esploratori e viaggiatori. I pittori amavano catturare i giochi di luce intorno al faro e le ombre dei naufragi.

In una magica alternanza di lampi ed eclissi, la voce del faro si mescola ai presagi della tempesta e narra di terribili eventi o piacevoli ricordi che riemergono durante le violente mareggiate.

 “Anche se la porta è sbarrata, quando la pressione della burrasca incalza, l’entusiasmo del guardiano sembra volare via con il Suo faro”.

Di fronte a un mare in tempesta, accanto all’aspetto architettonico delle Sentinelle del mare, una particolare attenzione è rivolta alla figura eroica del guardiano che per secoli ha servito la Sua lanterna. Le sensazioni più intime si stemperano in un atmosfera aurica; racconti in via di estinzione di storie e leggende di un mestiere antico, complesso, a volte ingestibile; una solitudine spesso insopportabile, dove anche la propria Ombra aveva un aspetto sinistro. Una porta aperta sull’Aldilà portava il guardiano a relazionarsi con la propria Anima, che mai ha lasciato in Suo faro, neppure dopo la morte…è dunque questo il fantasma del faro?

La vita del guardiano si fondeva con la torre d’avorio ed entrambi vegliavano sull’oscurità, una linea di confine tra reale e surreale, un rituale accompagnato solo dalle Ombre e dallo scricchiolio dei sabot. Il respiro sostituiva la parola.”

Ancora oggi, il guardiano rivive il passato con nostalgia: «I gabbiani volteggiano avidamente, preannunciano la tempesta. Assisto inerme a un combattimento tra titani: le onde, come spade, fendono l’oceano, che rinasce in una massa d’acqua rabbiosa e si schianta sul faro in un’apocalisse di colori. Sopra un cielo di piombo, il sole scaglia frecce effimere mentre la tempesta si abbatte sulle onde ferite. Il faro incassa i colpi sferzati dalle acque, le cicatrici sono evidenti, ma il suo onore è sempre un passo davanti al mare. Dopo una notte di tempesta, finalmente il cielo color antracite lascia filtrare i raggi dorati del sole, che rivestono il mare di un tulle luminoso, e mi riscaldano il cuore».

Il faro si eleva come un altare celtico, partorito dal mare come un menhir. A tribordo, una corona di schiuma forma un bouquet insidioso. Dall’alto, lo spettacolo è straordinario, l’orizzonte si perde in un mare di nuvole: quale angelo, demone o bestia fantastica galoppa sotto queste nuvole?

L’acqua e il vento si sono alleati contro il fuoco e la terra. Il faro veglia sopra una tale baraonda di emozioni, il guardiano è il quinto elemento!

Ogni notte, il guardiano annota le sue riflessioni sul Diario di bordo. Le parole sono consumate avidamente insieme a una scia di pensieri. Tante riflessioni, forse troppe, mentre sull’epidermide della vita si ramificano crepe sottili. Storie di caffè lasciati in sospeso perché il mare non aspetta. Storie di sconosciuti Destini che hanno incrociato per un attimo lo sguardo del faro, fotogrammi di vita cha hanno commosso e suscitato emozioni. Oggi, ciò che rimane è il ricordo del suo volto riflesso nel vetro e la proiezione dell’Ombra sul mare.

“Durante il suo quarto di veglia, il guardiano si tuffa nella lettura; la tempesta si avvicina, il vento soffia sempre più forte, il fragore delle onde s’intensifica e cerca di sfondare la porta. Grandi nuvole dai riflessi verdastri si muovono veloci, ma il guardiano ascolta solo la sua voce interiore. L’oscillazione del faro sembra scandire la scena, ma il guardiano è assorto dalle pagine del libro rischiarate dal lume della candela. Dopo la tempesta, le gocce argentate brillano contro il vetro della lanterna e il guardiano torna ai suoi compiti abitudinari. È l’alba, deve spegnere il faro e occuparsi delle ferite inferte al “Gigante del mare”.

Eroe nell’immaginario collettivo, raffigurazione dell’avventuriero che si nasconde in ognuno di noi, chi non vorrebbe risvegliarsi in un faro?

Inoltre, la leggenda narra che la luce del faro avesse il potere d attirare le Sirene in cerca d’’amore, feroci Pirati alla ricerca di tesori e Corsari… ma questa è un’altra storia!

Continuate a seguirci, la storia continua…  @susyzappa.fari   

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