Primavera, i ricci si svegliano dal letargo

LNDC suggerisce alcune piccole accortezze per far sì che la nostra convivenza con questi simpatici animaletti sia il più civile e il meno di intralcio possibile alla loro vita libera e indipendente. La regola generale, comunque, per tutti i selvatici è di limitare al massimo l’interazione con loro ma soccorrerli in caso di ferite o difficoltà.

Finalmente è arrivata la primavera e con essa il risveglio di tanti animali selvatici dal letargo. Tra questi, uno dei più comuni da vedere anche in città, nei giardini, vicino alle nostre case è sicuramente il riccio. Questo animaletto è generalmente capace di cavarsela da solo, come tutti i selvatici, e non ha un grande bisogno del nostro aiuto. Il migliore aiuto che possiamo dargli è evitare di fare cose che possano danneggiarlo o addirittura ucciderlo.

Per questo, è importante evitare di utilizzare veleni (come topicidi e lumachicidi) che peraltro possono essere molto pericolosi anche per i nostri amici a 4 zampe domestici come cani e gatti. Nel sistemare il giardino, dobbiamo stare attenti che non ci siano ricci nei paraggi quando utilizziamo falciatrici o decespugliatori. Come tutti i selvatici, inoltre, il riccio è perfettamente in grado di procurarsi da solo il cibo che gli serve. Per questo possiamo tranquillamente evitare di dargli da mangiare. In particolare è importante evitare cose come il latte, le nocciole e le mandorle che per loro sono estremamente tossiche.

Essendo un animale selvatico, la regola generale – che vale per tutti i selvatici – è di evitare quanto più possibile qualsiasi forma di interazione o di creare una dipendenza da noi, come per esempio dando del cibo.

L’unica eccezione è nel caso in cui vedeste uno di questi stupendi animaletti ferito o in grave difficoltà di salute: in quel caso è sempre bene soccorrerlo, portarlo da un veterinario e contattare in maniera tempestiva un centro di recupero della fauna selvatica dove possa essere accudito nel migliore dei modi per poi essere rimesso in libertà.