Il pranzo da single del Sior Pare
  • Sior Pare, guarda che domani non mangio a casa a pranzo, che ho il corso.
  • Ah, va ben. Ma aea sera ti ghe xe? (Ah, va bene. Ma alla sera ci sei?)”
  • Si, poi torno.

Così inizia il dialogo solitamente tra me e il Sior Pare quando sto fuori per degli impegni lavorativi.

Solitamente mangiamo insieme, e quindi quando prepara il pranzo o la cena per entrambi cerca di essere accomodante rispetto ai gusti dell’uno o dell’altra per non dover cucinare il doppio e fare quindi il doppio della fatica.

Per carità, come abbiamo già visto in cucina col Sior Pare, la passione più grande, oltre alla lirica e la musica classica, è il cucinare. Però ormai l’età inizia a farsi sentire, quindi più riesce a risparmiare energie meglio è.

Per assecondare questa necessità, alcune cose che a lui piacciono, e a me no, le mangia poco o le cucina quando ci sono ospiti che apprezzano quelle pietanze culinarie.

  • Ciò ma ghe piaze aea to amiga ‘sta roba cusinada cussì? (Eh, ma le piace alla tua amica questa roba cucinata così?)”
  • Le chiedo, ma sai che a me non piace
  • Si eo so, ma comunque go da cusinar do robe, cossa ti vol farghe, soeo na roba?! (Sì lo so, ma comunque devo cucinare due robe, cosa vuoi farle, solo una roba?!)”

In questi casi il Sior Pare è doppiamente contento di aver ospiti: buona compagnia e un piatto che altrimenti non mangerebbe. Due piccioni con una fava.

L’altra occasione per sfogare i suoi gusti culinari per queste pietanze diventano quei pranzi o quelle cene in cui io mangio fuori.

  • Eora, ti doman no ti ghe ze? (Allora, tu domani non ci sei?)”
  • Sì a pranzo però, a cena ci sono
  • Ah, va ben.
  • Guarda che hai il sugo da finire, ti puoi fare la pasta con quello domani
  • No sta preoccuparte, so già cossa magnar (Non ti preoccupare, so già cosa mangiare)” – pronuncia con sguardo sornione e un sorrisetto.

Nella mia testa faccio l’elenco delle cose che gli piacciono, di quelle che abbiamo in frigo, e il dubbio mi resta.

A sera a cena, la curiosità rimane e con nonchalance gli chiedo:

  • Allora Sior Pare, ti sei goduto la giornata da single? Ti sei dato alla pazza gioia?
  • Sì Siora Fia, me ea so godua (Sì Siora Fia, me la sono goduta)”
  • E cosa ti sei fatto da mangiare di buono?
  • I bigoi in salsa, Fia” – con sorriso sornione soddisfatto

Sorrido. A me non piacciono le acciughe, quindi questo piatto tipico veneziano non riesce mai a gustarselo come si deve. O almeno come ricetta comanda. E da buon veneziano che adora il pesce, non poterselo godere dev’essere un po’ una tortura.

Così ora, ogni volta che vado via a pranzo o cena, cerco di fargli sempre trovare qualcosa che a me non piace e che lui si possa godere in santa pace da solo. Ma quando non riesco a compragli qualche leccornia e sono fuori a pranzo, solitamente alla domanda “cosa ti cucini di buono domani?” la risposta contornata da un sorrisone è diventata sempre la stessa:

“bigoi in salsa!”