Un weekend al mare per il Sior Pare

Da buon veneziano il Sior Pare è un grande amante del mare, non ai livelli della Siora Mare che adorava nuotare, pescare, vogare e fare ogni tipo di attività che la mettesse a contatto con l’acqua, ma in ogni caso anche per lui è una grandissima passione. Proprio per questo quando andò in pensione la prima cosa che fece fu comprare un appartamento a Caorle.

Ricordo sempre con grande gioia quella prima estate lì, con la scusa di dover ristrutturare e mettere a posto la casa, io e lui ci trasferimmo praticamente lì appena iniziate le vacanze estive per poi tornare a casa a settembre.

Con il passare degli anni però ha potuto andarci sempre meno, un po’ perché ero cresciuta e preferivo andarci da sola o con gli amici, poi per la gestione della videoteca e infine per star dietro a Siora Mare. Così per quasi vent’anni il mare non l’ha praticamente visto, fino a quando 2 anni e mezzo fa con la sua compagna di una vita in casa di riposo, si è potuto concedere finalmente qualche giorno di relax tra sole, mare e divertimento.

L’anno scorso con la pandemia non c’era stato modo di andarci, quest’estate invece, tra un mio impegno e l’altro e tutti gli eventi sportivi che lui non si poteva perdere, non si riusciva mai a incastrare due giorni di fila per poterci andare. Questo fino a 15 giorni fa.

  • Sior Pare, ti vol che andemo tre giorni a Caorle? (Sior Pare, vuoi che andiamo tre giorni a Caorle)?”
  • Quando partimo? Me preparo subito ea borsa! (Quando partiamo? Mi preparo subito la borsa!)”

Detto e fatto, il pomeriggio seguente eravamo già in macchina pronti per farci due giorni di relax. Dopo aver aperto tutta la casa e messo giù i bagagli eccoci già distesi in riva al mare. Una volta lui si passava le giornate tra parole crociate e passeggiate, adesso la cosa è un po’ più complicata e l’acqua era già troppo fredda per far il bagno.

  • Stasera ‘ndemo a magnar pesse, vero? Ti ga prenotà? Per che ora ‘ndemo? Mi gavarìa anca fredo… ‘ndarìa su… (Stasera andiamo a mangiare pesce, vero? Hai prenotato? Per che ora andiamo? Io avrei anche freddo… andrei su…)”

Dopo aver prenotato un ombrellone in prima fila per il giorno seguente, eccoci tornare in appartamento, doccia veloce e via, pronti per andare nel nostro ristorante di fiducia.

In questi due anni hanno cambiato molte cose a Caorle, dalla viabilità, nuova piazza, alberghi, ristrutturazioni varie. Per lui è diventato quasi impossibile orientarsi. Lo guido in mezzo al fiume di persone che si dirigono verso il centro storico, commentando i vari cambiamenti.

Finalmente arriviamo al ristorante, ordiniamo un po’ di vino bianco, antipasti, il loro meraviglioso Guazzetto di cozze e vongole al sugo e una frittura da dividerci. Il cameriere ormai ci conosce, si ferma a far due chiacchere tra una ordinazione e l’altra. La serata passa via velocemente.

Dopo una così grande scorpacciata ci sta un bel giretto in centro e poi sul lungomare. Ogni tanto mi fermo a guardare qualche vetrina, o a cercar di far passare il flusso di gente. Il Sior Pare si ferma a “guardare” all’interno di un ristorante, probabilmente ha visto un riflesso strano, non lo so. Fuori ci sono due tavolini e una coppia di ragazzi che sorseggiano un vinello. La ragazza lo guarda e fa:

  • Buonasera…”
  • Buonasera a mi?
  • Ho visto che mi guardava insistentemente…
  • Lo scusi, è cieco!

Porto via l’uomo, la ragazza ci guarda ancora mezza sconvolta, cercando di rimettere a posto i pezzi della scena. Di certo non se la dimenticherà facilmente! Il Sior Pare come al solito non perde un colpo:

  • Ciò, dirìa che xe ora de andarse a ber un Mojito in riva al mar, cossa ti dixi? (Eh, direi che è ora di andarsi a bere un Mojito in riva al mare, cosa ne dici?)

Anna