Il tempo corre piano di Enrico Luceri

Ho incontrato uno dei suoi medici curanti. Mi ha detto che secondo lui il tempo non trascorre uguale per tutti. Accelera o rallenta se siamo felici o tristi. Il tempo corre piano, ha concluso.

Lucia Satriano, vedova e senza figli, soffre di una malattia neurodegenerativa; una sera di novembre tira fuori dal cassetto la pistola del marito e si spara un colpo alla tempia.

È una donna sola, malata; non ha una passione né un amico con cui trascorrere il tempo.

Questa è l’idea sia del medico legale che del PM, Pierannunzi, ma non quella del commissario Tonio Buonocore: se Lucia aveva intenzione di suicidarsi, per chi si è vestita di tutto punto? E perché ha preparato la cena?

Quella che sembra un’indagine che non ha senso di cominciare diventa un rompicapo a cui Buonocore non ha intenzione di sottrarsi, a costo di irritare Pierannunzi.

Buonocore è un investigatore vecchio stampo: al di là degli aiuti che vengono dalla tecnologia, dall’analisi dei tabulati telefonici al controllo delle videocamere di sorveglianza, lui ha una dote su cui fare affidamento e che non lo tradisce: il suo fiuto.

– Brava, Lina, ragioni come me. Il dottor Pierannunzi si irriterebbe assai se ci sentisse parlare così. Ma io non mi affeziono alle mie sensazioni, se mi accorgo che sono campate per aria, o un eccesso di deformazione professionale, non esito ad abbandonarle.

– Quante volte ti è capitato?

– Molto raramente.

Quelli del Maestro Enrico Luceri sono dei gialli classici di tipo deduttivo, in cui l’investigatore – e il lettore – seguono le tracce che portano alla costruzione di un ragionamento e, da lì, all’individuazione del colpevole.

L’autore svolge un raccolto di semina degli indizi così come andrebbe fatto in ogni romanzo giallo e sta al lettore individuarli e ragionare con il protagonista: del resto, come dice Sir Gilbert Chesterton, “il giallo differisce da ogni altro racconto in questo: che il lettore è contento solo se si sente uno scemo”: la soluzione deve sempre essere a portata di mano ma camuffata così bene da risultare invisibile. In effetti, a ben pensarci, ci sono poche pulsioni che, in base al contesto e alla circostanza, prendono nomi diversi perché hanno diverse sfaccettature ma alla fine sono passioni e sentimenti atavici che sono in grado di muovere ogni azione e, in definitiva, anche armare la mano di un omicida, ogni omicida.

I gialli della serie del commissario Buonocore hanno un’altra caratteristica: del protagonista conosciamo il suo essere commissario ma non sappiamo quasi niente dell’uomo, del suo vissuto e del suo privato. Ne risulta che chi legge si addentra completamente nell’indagine, senza divagazioni, e raggiunge un livello di concentrazione tale in questo gioco con l’autore che smettere di seguire il dipanarsi della vicenda finché non si arriva all’epilogo è impossibile.

La narrazione risulta incalzante, anche grazie al ricorso a un dialogo spesso serrato, e gli eventi si avvicendano veloci in un crescendo di tensione fino allo svelamento, catartico per Buonocore e per chi legge.

Il tempo corre piano è disponibile in ebook.

Il mio consiglio è di non lasciarvelo sfuggire.

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