Il sapore della libertà: Sior Pare e le restrizioni

Il Sior Pare è sempre stato una persona molto attiva, nonostante il suo vederci molto poco si è sempre trovato qualche passatempo per trascorrere la giornata. Il mattino andava a comprare il giornale (per me, visto che lui non riesce più a leggere), poi un salto in panificio e dal fruttivendolo. Al pomeriggio invece un paio di volte alla settimana andava a piedi a farsi un giro al supermercato vicino a casa, in attesa di andarci poi con me in macchina per la spesa più grossa. Altre volte, invece, faceva un salto dalla Dottoressa per ordinarsi le ricette delle medicine, per poi tornare qualche giorno dopo a prenderle e poi andare in farmacia. Non c’è praticamente mai stato un giorno in cui non sia uscito di casa, anche solo per mezz’ora.

Con l’avvento del Covid, ovviamente, tutte queste piccole abitudini sono state di colpo cancellate. Durante il primo lockdown usciva solo per buttare le immondizie (ma di media lo facevo io), per far la spesa anche lì, andavo io con la macchina ogni due o tre settimane, potendo andare una sola persona. Con l’arrivo dell’estate e del via libera tutti, ha ricominciato a far i suoi giri, anche se in maniera più accorta. E con me “Can da Burcio” (scopri qui perché) sempre dietro pronta a ricordargli:

  • Mettite ea mascherina bianca che te protegge de più, eavite e man, se ti tochi calcossa usa subito el gel! Co ti xe in giardin se no ti ga ea maschera no sta parlar co ea gente che passa! (Mettiti la mascherina bianca Fpp2 che ti protegge di più, lavati le mani, se tocchi qualcosa usa subito il gel! Quando sei in giardino se non hai la maschera non metterti a parlare con la gente che passa!)”

E lui sempre pronto a rispondere:

  • Cioò, Can da Burcio, ti ghea moi de rompar i maroni?!? Me so netà tuto, sì! (Ooh, Can da Burcio, la smetti di rompermi le castagne?!? Mi sono pulito tutto, sì!)”

Purtroppo con la seconda ondata e l’aumentare dei contagi anche lui si è dovuto adeguare alla nuova situazione.

  • Ma quindi stasera no se pol ‘ndar a magnar ea pissa? E el Sushi? Uff… E no posso venir co ti a far e spese? ‘Desso no posso gnanca andar de novo a butar e scoasse? Ma ghe xe davero el coprifogo?!? (Ma quindi stasera non si può andare a mangiare la pizza? E il Sushi? Uff… E non posso venire con te a fare le spese? Adesso non posso nemmeno andare di nuovo a buttare le immondizie? Ma c’è davvero il coprifuoco?)”

Ecco di nuovo la tigre in gabbia. Per lavorare in giardino fa troppo freddo, in giro non può andare, per fortuna è almeno ricominciato il campionato di calcio e almeno ha qualcosa di diverso da guardare rispetto alle solite Opere Liriche.

Ma il Sior Pare è un pozzo senza fine di risorse, appena mi distraggo un attimo lui il motivo per farsi il suo giretto lo trova sempre! Dopo i vari passaggi tra zona arancione e rossa, sente che siamo tornati gialli. Mai occasione fu più propizia! Esce per buttare le immondizie e poi se ne va dritto in panificio. Io scendo poi per pranzare e lo vedo tutto felice e sorridente. Timidamente mi dice, quasi volendo giustificarsi:

  • Ciò, so ‘nda in panificio, ma proprio parché me mancava el late e i vovi… Già che ghe gero go tolto anca el pan… (Eh… sono andato in panificio, ma proprio perché mi mancavano il latte e le uova… Già che c’ero ho comprato anche il pane…

Io lo guardo un po’ stralunata, non sapendo cosa rispondergli e lui prosegue:

  • Ti vol un toco de pan? Mària se xe bon sto pan, ciò… So andà tardi e gaveva già finìo el soito… ma senti che bon! (Vuoi un pezzo di pane? Maria se è buono questo pane, eh… Sono andato tardi e avevano già finito il solito, ma senti che buono!)”

Poco da dirgli, ogni cosa quando è guadagnata e sa di libertà ha un sapore decisamente migliore.