Le antiche civiltà dell’America precolombiana e le pietre

Gli antichi abitanti dell’America centrale e meridionale: Incas, Aztechi, Maya, utilizzavano le pietre e i cristalli soprattutto per scopi magici. Quando arrivarono gli Spagnoli, cercarono in tutti i modi di eliminare la loro cultura, le loro usanze e perfino la loro religione, per l’assurda convinzione che tutti i pagani dovessero essere convertiti alla fede cristiana anche a costo della vita.

Qualcuno però cercò di studiare quelle civiltà cosi diverse e grazie a questi studiosi sono arrivate a noi informazioni preziose, anche se frammentarie, sugli affascinanti usi e costumi delle civiltà precolombiane, capaci di creare opere imponenti , come le piramidi azteche, o le città-fortezza inca di Machu Picchu. Tuttavia non sono mai state svelate fino in fondo le sfaccettature riguardanti le credenze magiche, mistiche e religiose, essendo riusciti a scoprirne solo una piccola parte.

L’OSSIDIANA E IL SUO POTERE
Nelle civiltà precolombiane, i sacerdoti usavano i cristalli (applicandoli sul corpo del malato) soprattutto per effettuare diagnosi e per curare molte malattie.

Gli Aztechi attribuivano grande potere magico e religioso alla giada, la turchese e soprattutto l’ossidiana. Quest’ultima, una pietra vulcanica di colore nero e di aspetto simile al vetro, veniva impiegata per la costruzione di coltelli cerimoniali, usati per i sacrifici umani.

Un’altra popolazione indigena, gli Shoshoni, insediati più a nord, impiegavano l’ossidiana in modo diverso: impiantavano una scheggia di ossidiana di un paio di centimetri di diametro tra le ultime due costole sinistre dello sciamano, e lì vi restava per tutta la sua vita, fornendogli il dono della sapienza e della chiaroveggenza. Quando lo sciamano moriva, la pietra veniva rimossa e inserita nel corpo del suo successore, che in questo modo ne ereditava tutta la sapienza e l’esperienza.

PREDIRRE IL FUTURO CON IL QUARZO IALINO
Uno dei cristalli maggiormente utilizzato per scopi magici e divinatori, probabilmente per le sue numerose varietà, e per il suo aspetto trasparente. Secondo alcuni scritti risalenti al Seicento, nella regione settentrionale dello Yucatàn, gli sciamani adoperavano, durante le cerimonie rituali, grandi cristalli di quarzo ialino, per poter “vedere” il futuro e fare previsioni.

Il quarzo ialino è da sempre considerato la pietra sacra da molte tribù dell’America settentrionale, il “simbolo della luce in terra“. Alcune di queste popolazioni usavano recidere il cordone ombelicale del neonato proprio con un cristallo di rocca, in questo modo si stabilivano legami indissolubili tra il bambino e la Terra. Il cristallo poi veniva custodito per tutta la vita, indossato in tutti i riti e in tutte le cerimonie e soprattutto al momento della morte veniva seppellito accanto al possessore.

LE MISTERIOSE RUOTE INDIANE
Nelle praterie dell’ovest del Nord America, dove abitavano le tribù indiane, quasi a metà strada tra le gigantesche figure geometriche di Nazca, in Perù, e i megaliti di Stonehenge, in Gran Bretagna, sono state rinvenute due diverse formazioni di pietre conosciute, rispettivamente, come “anelli di tepee” e “ruote della medicina“.

Gli “anelli”, molto frequenti, sono composti da numerose pietre disposte in cerchio che hanno un diametro di circa sei metri: si pensa che fossero delle abitazioni, visto il gran numero di utensili rinvenuti. Probabilmente le pietre servivano a tenere fermi i bordi delle tende coniche degli Indiani, i tepee appunto.

Le “ruote della medicina“, invece, sono molto più misteriose. Gli Indiani delle praterie dicevano che fossero già lì prima che arrivassero loro. In effetti “ruota della medicina” è un termine che inganna: per gli Indiani il medico era lo sciamano, che si occupava anche degli affari spirituali della tribù. Pertanto bisogna dare al termine una doppia eccezione.

Le “ruote della medicina” sono un insieme di pietre di diverse forme e configurazioni sparse nelle praterie, ne sono state ritrovate oltre centotrenta. Sebbene siano state chiamate ruote, i loro perimetri hanno forme che variano dalla stella alla forma di un animale. Il loro scopo è totalmente ignoto.

Sono state formulate diverse ipotesi, da quella che le considera una sorta di calendario, a quella che le mette in relazione con la caccia ai bisonti. Tuttavia si fa strada anche una relazione mistica, perché la maggior parte di queste ruote si trova vicino a luoghi ai quali i pellerossa attribuivano una grande carica ascetica. Pertanto si suppone fossero usate per esaltare la spiritualità di chi si recava per meditare. Ad oggi molti di coloro che praticano la cristalloterapia si recano all’interno di queste ruote per caricare di energia i loro cristalli personali. Anche se gli “anelli di tepee” e le “ruote della medicina” non hanno, apparentemente, nulla in comune, il fatto che solitamente si trovino in luoghi vicini tra loro fa pensare che possa esistere un certo rapporto cerimoniale e mistico tra le due formazioni.

Maura Luperto