Siora Mare: la professoressa mancata

Nonostante la malattia, alcune prerogative caratteriali rimangono sempre ben impresse. È così anche ovviamente per la Siora Mare.

Dicono che le categorie lavorative più facili da riconoscere tra gli ospiti di una Rsa (Residenza assistenziale sanitaria) siano quella dei militari e quella degli insegnanti. Il piglio marziale, il parlare in un certo modo, l’aver sempre ragione, il comandare… associati nel secondo caso anche alla passione nello spiegare e a raccontarti per filo e per segno come sono andati i fatti. Se a queste caratteristiche aggiungiamo un amore smisurato per i libri e il sapere, ecco la descrizione esatta della Siora Mare.

Capita così che puntualmente Dottori, psicologi, infermieri, Oss ecc. mi chiedano:

Ma era una Professoressa?

La risposta è sempre la stessa:

  • Sì e no… ma era certamente la più severa!

Dopo il diploma superiore Siora Mare, da sempre mangiatrice di libri, trovò impiego come Insegnante di Educazione Tecnica in una scuola Media Professionale di Murano per gli operai che non avevano ancora ottenuto la licenza. Durò un’annetto circa, un giorno ci fu un e vero proprio “Marubio” (tempestata in mare) e il motoscafo in cui si trovava per andare a scuola a momenti affondava. Fortunamente riuscirono a ormeggiare. Ma un po’ per la paura presa e un po’ per mia Nonna che non voleva che lavorasse perché, secondo lei, “una brava donna deve sposarsi, far figli e stare a casa”, alla fine decise di smettere. Fu così, che una volta sposata e trasferitasi in terraferma, seguì il cuore in maniera diversa. Non poteva lavorare, ma poteva certamente fare volontariato come ogni brava donna sposata e religiosa!

Iniziò così la sua lunga trentennale carriera di catechista nella sua parrocchia. All’inizio accompagnata dai più esperti, per poi essere lei a formare generazioni di nuovi catechisti. Normalmente prendeva una classe di prima elementare e la portava fino alla seconda media, anno della Cresima.

Era brava, la più preparata, sempre con una spiegazione a tutte le domande più assurde, ma pur sempre figlia di un Ufficiale di Marina per cui il rigore era tutto. Con lei non si sgarrava, uno sguardo e già eri cenere. Anche i casi più disperati o indisciplinati alla fine (almeno per quell’anno) mettevano la testa a posto. Fu così che iniziarono dapprima ad affidarle anche le classi più problematiche, per poi darle la gestione di tutte le classi che dovevano ricevere la Cresima. In fondo l’anno più duro era quello! Capitò così che pure io fossi tra i suoi poveri allievi. Io, ovviamente, ero tra le più discole, per quanto fossi anche tra le più preparate in materia.

Il bello di vivere con lei era essere perennemente circondata da libri. Per cui quando non ero fuori a giocare o in palestra, ecco a mia disposizione una biblioteca intera. Romanzi, saggi, poesia, racconti, enciclopedie di ogni tipo. Penso di essere una delle poche persone che a fine scuole medie aveva già letto i principali classici della letteratura mondiale, “Bibbia” , Tolkien e Asimov compresi.

Era proprio portata per l’insegnamento, per cui presto fu messa dal Parroco anche come coordinatrice e insegnante della “Legio Mariae“, associazione laica di cui facevano parte mia nonna e una cerchia di anziane sue amiche. Si ritrovavano ogni martedì pomeriggio per pregare e studiare le Sacre Scritture ma anche per organizzare eventi di beneficenza. Iniziò poi a creare con altri catechisti i gruppi di ascolto per adulti, dove anche lì era quasi sempre lei a tener lezione. Alla fine ogni occasione era buona per mettere al servizio degli altri il suo sapere e aver la scusa per continuare a studiare nuovi libri sull’argomento.

Insegnanti si nasce, ed è una cosa che rimane dentro. Una di quelle professioni che dovrebbero essere sempre fatte con passione e per vocazione. Ed eccola, tuttora, tenere lezioni di non si sa bene cosa a tutte le persone che incontra. Il tutto con il suo fare serio e professionale di chi sa quello che dice, anche se non ha nè capo nè coda.

Anna